Benvenuto sul sito di Quarup Editrice
Una idea di letteratura

Con chi parli, Jonah?

(7 recensioni dei clienti)

14.00

Con chi parli, Jonah? è un sorprendente, divertente e toccante romanzo d’esordio che mescola sapientemente magia e (dolorosa) realtà, spiriti intesi come fantasmi e spirito nel senso di alcol, il cui abuso può sabotare con facilità il funzionamento di un’intera famiglia.

ACQUISTA ONLINE
Categoria: Tag: , Product ID: 1382

Descrizione

Con chi parli, Jonah? è un sorprendente, divertente e toccante romanzo d’esordio che mescola sapientemente magia e (dolorosa) realtà, spiriti intesi come fantasmi e spirito nel senso di alcol, il cui abuso può sabotare con facilità il funzionamento di un’intera famiglia.

Come un milk-shake uscito da un frullatore con dentro Susan Hinton, Stephen King e Tom McGuane, Con chi parli, Jonah? racconta lo storia di Jonah Hart, un quindicenne con un piccolo problema che ha timore di rivelare: è circondato da aeree e invisibili presenze dal giorno della morte del padre, finito in un burrone con la sua Porsche Convertible, gonfio di Martini.

Dal giorno del suo funerale il padre del ragazzo parteciperà alla vita del figlio come mai aveva fatto prima, nei suoi sei anni da padre ubriacone: lo consiglierà, lo informerà sulla vita dei morti e sul futuro dei vivi, dando al ragazzo poteri di preveggenza che lo renderanno assai popolare nel college che frequenta… Finché un giorno i fantasmi che lo assillano diventeranno davvero pericolosi e violenti, e Jonah sarà costretto a una drastica decisione…

Mark Sullivan

Mark J. Sullivan III è nato nel 1961 a Washington DC, città dove vive con la moglie e due figli e in cui, fin dai tempi del college, è stato uno degli animatori della scena punk rock della metà degli anni Ottanta. 

Fondatore degli Slinkees, una band di liceali poi divenuti famosi, nel 1985 mise insieme un suo gruppo, i Kingface, destinati a brillare per quattro brevi e luminosi anni nella scena underground della capitale. I loro testi, perfetti per una scena tanto carica di istanze politiche e volontà di cambiamento come quella che diede loro origine, brillavano per intelligenza, originalità e ironia, rivelando insieme il romanticismo e la rabbia dei protagonisti di quegli anni e l’abilità letteraria di Mark Sullivan. 

Dopo una meteorica e leggendaria rentrée di una sera, al Black Cat di Washington nel 1996, il gruppo si sciolse definitivamente, permettendo al suo vocalist di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, per approdare con questo suo esordio nel prestigioso catalogo della super-indie newyorchese Akashic.

Informazioni aggiuntive

Autore

Collana

ISBN

9788895166339

Traduzione

Federica Merani

Pagine

192

Formato

14×21

7 recensioni per Con chi parli, Jonah?

  1. Luca Pantarotto

    Sai che c’è di nuovo? L’America in libreria – 3 / 10 aprile 2015
    di Luca Pantarotto

    Con chi parli, Jonah? è un romanzo di Mark Sullivan (per gli amici: in realtà il nome completo è Mark J. Sullivan III), ex musicista punk rock underground di Washington, D.C. che per anni ha suonato con gruppi caratterizzati da “istanze politiche e volontà di cambiamento”, prima di dedicarsi alla scrittura. Nella quale, curiosamente, non ha riversato nessuna di quelle istanze, almeno a giudicare dalla scheda di questo suo romanzo d’esordio datato 2003: in cui racconta di un ragazzino quindicenne che, da quando il padre alcolizzato si è schiantato con la sua Porsche giù da un burrone, vede fantasmi e presenze ovunque, all’inizio pacifici, poi un po’ meno. Ora, “padre alcolizzato”, “famiglia distrutta” e “presenze” vuol dire Stephen King, e io non so, sono sempre un po’ dubbioso verso gli esordi che fin da subito si mettono a mirare così in alto, su campi già più che battuti; considerando che persino lo stesso King, che quelle cose lì le ha inventate, quando si è rimesso a trattarle dopo qualche decennio di riposo non è stato poi granché convincente. Su Goodreads ha tre stelle e mezzo con 18 valutazioni, che per un romanzo uscito 12 anni fa è un po’ pochino. Boh, se vi capita di leggerlo fatemi sapere.

  2. Fabio Cerbone

    Mark Sullivan, “Con chi parli, Jonah?”
    di Fabio Cerbone, Roots Highway

    Nel titolo originale dell’opera, Jonah Sees Ghosts, è racchiuso tutto il mistero, la curiosità, anche la strana provocazione di questa tormentata storia di crescita adolescenziale: i fantasmi che Jonah Hart vede intorno a sé ogni giorno e che inesorabilmente complicano la sua vita di quindicenne, sono il riflesso delle sue insicurezze, il duro prezzo del dover diventare adulto e fare i conti con i dolori della vita (una padre alcolizzato morto tanto tempo prima e una madre che si scoprirà malata). Anche nella traduzione italiana – Con chi parli, Jonah?, che prosegue l’interessante percorso della collana Badlands di Quarup, incentrata su alcuni scrittori-musicisti americani fuori dal coro – c’è un briciolo di verità sul libro: è la domanda che si fanno tutti gli amici di Jonah, le ragazze che frequenta e naturalmente sua madre Susan, una donna single che prima poi si dovrà confrontare con un figlio problematico e rielaborare la perdita del marito. Inizia infatti con un funerale Con chi parli, Jonah?, quello del padre Dan, morto schiantato in un incidente automobilistico quando Jonah era pronto a festeggiare il suo sesto compleanno, e si chiude soltanto dopo una lunga traversata dentro e fuori il corpo di un quindicenne. Letteralmente, sia chiaro, perché il ragazzo ha davvero visioni, sogni extra-corporei e premonizioni (e qui si intuisce il confronto con l’opera di Stephen King fatto dalla critica…), grazie ai quali cerca (e parla) con quel padre defunto che non ha mai veramente conosciuto, vede bambine morte nella sua cucina, un bidello cadavere che lo tormenta nei corridoi della scuola, in un crescendo di imbarazzi, ansie e paure che lo mettono con le spalle al muro. Mark Sullivan, che proviene dal punk rock (è stato animatore della storica scena indipendente di Washington DC, leader della band Kingface) sembra avere una sensibilità tutta personale per i temi della ribellione giovanile, uno sguardo attento alle dinamiche e ai contrasti che vivono i ragazzi di quell’età, offrendo davvero una piccola, sorprendente storia sulle lotte di un adolescente americano. La prosa è semplice e attraversata spesso da improvvisi scrosci di ironia, altre volte pronta a farsi drammatica, eppure leggera. I fantasmi di Jonah diventano così un dato quasi naturale e non un impossibile delirio. Prima fra tutte la figura del padre Dan: “Là, seduto in fondo alla propria bara come appena uscito dalla doccia, con i capelli fini pettinati all’indietro, il sorrisetto stampato in faccia e il bicchiere in mano, c’era suo padre. Colse lo sguardo di Jonah e, nell’attimo in cui lo sostenne, gli fece l’occhiolino”. In una sorta di presa di coscienza Jonah (e sua madre Susan, che del suo ragazzo dovrà infine capire il tormento) arriverà a raggiungere un suo personale equilibrio: “corse dalla cucina al pianerottolo delle scale, poi entrò e uscì dal bagno, e alla fine andò alla finestra che dava sulla strada. Se n’erano andati”.

    Leggi la recensione nella sua pagina web

  3. Luciano Luciani

    Jonah, l’adolescente che vede i morti
    di Luciano Luciani, Libere Recensioni, 22 maggio 2015

    Forse non abbastanza avvertito né apprezzato, continua l’impegno della casa editrice Quarup per avvicinare il pubblico dei Lettori italiani alla migliore narrativa straniera, la statunitense in particolare. Dopo il dolente Verso nord del cantante e scrittore Willy Vlautin, uscito un anno fa per la collana Badlands riservata a scritture non convenzionali e capaci di andare oltre le mode del momento, è ora la volta di Con chi parli, Jonah? di Mark Sullivan, giunto plurisemisecolare al suo romanzo d’esordio.

    Ed è un felice debutto perché la pagina di Sullivan, già figura di riferimento della scena punk rock nordamericana degli anni Ottanta, si fa apprezzare per la delicatezza con cui svolge una storia in cui la normalità quotidiana di un adolescente dei nostri giorni si intreccia con elementi horror/magici, un palese omaggio alla narrativa di Stephen King, lo scrittore dell’orrore più letto al mondo. Il quindicenne Jonah, alle prese con tutti i problemi di tutte le adolescenze – tempeste ormonali, rapporti complicati col mondo degli adulti, il difficile posizionamento di sé in famiglia, a scuola, nel gruppo amicale e nel mondo – possiede, come nella migliore tradizione kinghiana, da Carrie a Shining, da La zona morta a Il miglio verde, un gift, un dono di cui, però, farebbe volentieri a meno: dal giorno dei funerali del padre, vede i morti… E si tratta di presenze tutt’altro che benevole. Perché lo irridono, lo minacciano, esasperano le insicurezze e la goffaggine di Jonah. Gli guastano la vita di relazione con la madre Susan, con gli amici, con le coetanee, con l’ambiente scolastico tutto. Le rare consolazioni a un’esistenza destinata all’incomunicabilità (a chi lo racconti che vedi i morti?) e alla solitudine, Jonah le trova in Ross, un grosso grasso amico sovrappeso, che sopporta e accetta le stranezza di Jonah, e nel fantasma del padre Dan che, morto dieci anni prima precipitando, gonfio di Martini, in un crepaccio alla guida della sua Porsche Convertibile, ora gli appare per provare a svolgere quel ruolo paterno che, da vivo, non gli era mai riuscito e proteggerlo dalle anime dei trapassati che non gli danno requie. Riuscirà il nostro giovanissimo eroe a liberarsi di quegli invadenti, inquietanti fantasmi? Naturalmente sì: il brutto anatroccolo Jonah sarà, infatti, capace di trasformarsi se non in un bellissimo cigno almeno in un ragazzo come tutti gli altri. Ma sarà un cammino irto di ostacoli che non gli risparmierà dolori, sofferenze prove anche molto dure.

    Con sensibile leggerezza Mark Sullivan ci racconta una storia “al limite” e insieme credibile, forte e al tempo stesso tenera, senza mai eccedere in terrori e tremori, senza mai cadere nelle lusinghe di facili effettacci o in quelle di già usurati modelli letterari. Lo aiuta una prosa semplice e tersa in grado di scavare in profondità e di catturare il cuore e l’intelligenza del Lettore: perché come quella di pochi altri abile a raffigurare gli occhi chiari sull’esistenza di cui solo i giovani sono capaci.

    Leggi la recensione nella sua pagina web

  4. Alfredo Ronci

    Mark Sullivan, “Con chi parli, Jonah?”
    di Alfredo Ronci, Il Paradiso degli Orchi

    Ma allora è vero che gran parte degli idoli del rock sotto sotto, ma anche sopra sopra, siano a loro volta precursori del terror più intimista e romantico?
    Perché pestarci i piedi: è vero. E Mark Sullivan, l’autore del testo, ma anche giovane rokkettaro negli anni ottanta (è del ’61 l’amico, mica scherza) ne è la conferma.
    Sullivan è stato per almeno quattro anni leader di una band , i Kingface, destinata a brillare nella scena underground della capitale. E anche i testi facevano pensare ad un coinvolgimento carico di istanze politiche e volontà di cambiamento.
    Poi le cose cambiano.
    Nel senso che o diventi Peter Gabriel (ma anche qualcun altro di buona fama) o cambi mestiere.
    Mark Sullivan l’ha cambiato e dopo una rentrée col gruppo nel 1996 ha preso la decisione di voltar pagine e dedicarsi alla scrittura.
    Questo suo esordio (2003, ma dobbiamo dargli credito) ha avuto parecchi crediti (vi ricordate pure Henry Rollins?) e notevoli lettori. E qualcuno, con la puzza sotto il naso per la verità, ha avuto il coraggio anche di citare Stephen King e la migliore fantasia terror in letteratura.
    Andiamoci piano.
    Jonah, un adolescente complicato, da quando ha perso suo padre in un incidente, ha cominciato a vedere fantasmi. Ma poi è lo stesso padre che lo consiglierà sulla vita dei morti e sul futuro dei vivi, dando al ragazzo poteri ma anche deliquii.
    Jonah sembra pronto al rapporto con l’aldilà, ma nello stesso tempo si chiede se mai questa visione (in alcuni momenti il suo spazio vitale è occupato da un sacco di morti-fantasmi) potrà mai cessare e portarlo ad una condizione più normale.
    Il finale del libro in qualche modo suggerisce il percorso di Jonah, perché prima di morire, in una risultanza tra passato e presente e viceversa, il padre dirà: “Jonah!” gridò, ma non si udì alcun suono. Assalito dalla vergogna e dal dispiacere, incorporeo, proruppe in singhiozzi. Non ho mai vissuto veramente. Jonah… Susan! Mi dispiace…
    Avvolto in un caldo abbraccio di luce, Dan sentì i propri contorni offuscarsi. Addio, pensò, buonanotte.
    Un happy ending folgorante ma che toglie qualcosa alla vitalità formativa e fantastica di Jonah. Avremmo preferito qualcosa di meno concreto.
    Sarà per la prossima volta.

    Leggi la recensione nella sua pagina web

  5. Marco Denti

    Mark Sullivan
    di Marco Denti, Bookshighway, 8 luglio 2015

    L’adolescenza è già una twilight zone piuttosto intricata, se poi è infestata da fantasmi come capita nel corso della storia di Jonah, è facile che diventi un inferno. L’assortimento di apparizioni è variopinto: dallo spirito del padre a quello di un danzatore che canta (e balla) Stayin’ Alive, non senza una certa ironia, bastano e avanzano a spiegare che “i fantasmi disorientavano, poiché non sembravano esistere regole che governassero il loro comportamento”. Jonah tenta di conviverci, anche se non è la missione adatta a un adolescente che deve già affrontare tutta una speciale “preparazione emotiva”. Gli ectoplasmi non sono l’unica presenza distorta nella sua vita, che tende a sdoppiarsi quando si addormenta con una velocità da narcolettico e scopre che “nei sogni non c’era niente d’insolito, a parte la loro straordinaria nitidezza e il fatto che lo lasciavano rinvigorito. E per questo motivo non ne parlava con nessuno”. Le sue avventure le condivide con l’inseparabile amico Ross, i contrasti con la madre Susan, tanto apprensiva quanto evanescente, e in questa rete di connessioni e legami, secondo lo stesso Mark Sullivan, “i fantasmi non sono che la manifestazione esteriore delle insicurezze e della fragilità dell’adolescente Jonah”. In questo senso, rende bene nelle peripezie di Jonah quella condizione precaria, vacua, irridente che si riflette nell’ondeggiare insensato degli spettri e si traduce in un linguaggio grezzo, caotico, anche acerbo, degno di un esordio che arriva con il proposito di scompigliare un po’ le regole del gioco. A questo stadio contano molto di più le idee e qui ce ne sono parecchie che fluttuano attraverso gli ectoplasmi, a partire dalla loro connivenza con il tubo catodico della televisione fino all’identificazione con la fragilità dell’adolescenza e lo scontro con l’impenetrabilità del mondo degli adulti. Jonah e i suoi fantasmi sono quasi archetipi e lo svolgimento caotico, episodico del romanzo è una diretta conseguenza della rispettiva instabilità. I fantasmi di Mark Sullivan non hanno le fondamenta scientifiche di quelli di Richard Matheson né i contorni romantici di Stephen King di cui Mark Sullivan condivide la concezione del fantastico come “la celebrazione di quelli che sentono di poter esaminare la morte perché essa non risiede ancora nei loro cuori”. A quel punto Mark Sullivan mette i fantasmi su un fondale fluttuante rispetto alla storia di Jonah e l’evoluzione naturale li trasforma in proiezioni della sua delicata condizione: sono sornioni, (a volte, proprio idioti) vanno e vengono senza meta e senza motivi, solo col progredire della sua percezione e della sua consapevolezza le creature cominciano a trasformarsi e la loro metamorfosi racconta infine che solo il dolore è reale. Con un tocco non indifferente di psichedelia, Con chi parli, Jonah? è un esordio stravagante soltanto in apparenza, una divagazione molto intuitiva nel fantastico, utilizzato come strumento per condurre un romanzo di formazione per vie insolite, eccentriche ed accattivanti.

    Leggi la recensione nella sua pagina web

  6. Sara Colangeli

    Recensione di Con chi parli, Jonah? di Mark Sullivan
    di Sara Colangeli

    «Come un Clint Eastwood in versione esistenzialista, marciò deciso verso la presidenza. Avendo annientato definitivamente davanti all’intera classe d’inglese ogni speranza di vivere un anno scolastico normale, si sentiva una roccia, un fuorilegge. Niente sarebbe stato più come prima. I professori l’avrebbero odiato e temuto, gli studenti l’avrebbero venerato come un eroe, e da entrambi i gruppi sarebbe stato trattato con il rispetto che si riserva a chi decide di tagliarsi il naso non per sfregiarsi ma per questioni di look».

    Con chi parli, Jonah? è la storia di un adolescente raccontata con un piglio divertente e leggero, che mischia efficacemente finzione e realtà. Il libro è edito da Quarup all’interno della collana Badlands, dedicata ai musicisti scrittori. L’autore Mark Sullivan, infatti, è stato uno degli animatori della scena punk rock della metà degli anni ’80, avendo calcato i migliori palchi underground come leader dei Kingface.

    La storia di Jonah è il primo esperimento letterario di Sullivan, che riesce ad inquadrare con autenticità la prospettiva del suo giovane protagonista, vittima delle ansie e delle paure adolescenziali. Alle turbolenze tipiche dei quindici anni, Jonah aggiunge la morte del padre, finito in un burrone con la sua Porsche a causa di una passione sfrenata per il Martini. Ma ciò che lo differenzia davvero dai suoi compagni è la capacità di vedere i fantasmi e di provare esperienze extracorporee. Le attenzioni dei fantasmi, descritti nella loro cruda diventeranno sempre più insistenti e minacciose nel corso del libro, costringendo il protagonista ad affrontarli prima o poi. Jonah può solo contare sull’appoggio di sua madre Susan e dell’amico Ross, suo alter ego. Anche il padre, nonostante la quotidiana assenza quando era in vita, avrà un ruolo nell’aiutare il figlio nel passaggio all’età adulta.

    «Jonah svenne. Quando tornò in sé un paio di minuti più tardi, aveva la testa sul grembo del padre che gli accarezzava dolcemente i capelli. “Dovrai prendere posizione, ragazzo mio. Dovrai decidere a cosa voltare le spalle e cosa affrontare. Ti toccherà prendere posizione, prima o poi».

    La storia raccontata da Sullivan scorre rapida pagina dopo pagina, dove si susseguono momenti divertenti, che richiamano episodi di goffaggine adolescenziale familiare a tutti i lettori, a riflessioni più intime, che aprono squarci non banali sui temi come l’incomunicabilità, la solitudine, gli imprevisti della vita. La scelta di utilizzare il punto di vista dell’anti-eroe Jonah smaschera le costruzioni sociali degli adulti che lo circondano e fornisce una visione genuina e diretta di una storia che ha tanto di magico quanto di realtà.

  7. Manuel Graziani

    MARK SULLIVAN – Con chi parli, Jonah?
    di Manuel Graziani, Rumore, dicembre 2015

    Con chi parla Jonah? Piuttosto chi vede Jonah? Vede i fantasmi, gli spiriti, i morti viventi. Succede da quando il padre si è schiantato con la Porsche gonfio di martini lasciandolo solo con la madre, una film editor con la tendenza alla precisione maniacale. Ovunque si trovi è circondato da queste presenze, per dieci lunghi anni: il bidello della scuola, le cheerleader giù al campo, vecchie lesbiche intente a fare l’uncinetto, frotte di clienti del negozio di ferramenta. Tutti si sballano con la segatura, lui lo sa e ne porta un mucchietto in tasca per toglierseli di torno. Solo i sogni lo fanno star bene, fluttuare sopra le persone e scrutarle dall’alto. Ma è complicato per un quindicenne in piena tempesta ormonale gestire la situazione. Ci si mette anche il (fantasma del) padre a presentarsi all’improvviso per fargli la morale. I due riprendono il dialogo che non hanno mai avuto. Si conoscono così, e si salvano a vicenda. Non c’è musica in questo strepitoso romanzo d’esordio pubblicato in USA nel 2003. Perché parlarne, allora? Perché, oltre a essere scritto benissimo, di musica ne è scorsa molta nelle vene del suo autore. Mark Sullivan ha suonato negli Slinkees con Ian MacKaye e Jeff Nelson per poi diventare la voce degli oscuri e leggendari Kingface, precursori dell’emo e pilastri della scena hc-punk di Washington DC. Un grande frontman che ora scopriamo anche essere un grande scrittore.

Solamente clienti che hanno effettuato l'accesso ed hanno acquistato questo prodotto possono lasciare una recensione.