Descrizione
Il libro, concepito dal fotografo portoghese João Francisco Vilhena con i testi dei Cadernos de Lanzarote di José Saramago comincia, non a caso, col suo folgorante incontro con il Nobel 1998 nell’isola di Lanzarote, prescelta dal Maestro come residenza e punto di osservazione (una vera e propria “finestra”) per la seconda parte della sua carriera letteraria, a stretto contatto con la natura incontaminata, nelle terre estreme della vita che conducono alla vecchiaia e alla morte.
Un libro bellissimo sul senso della vita e della scrittura, un tributo alla memoria immortale di uno dei più grandi scrittori del Novecento.
João Francisco Vilhena – José Saramago
Autore di più di quaranta opere, José Saramago è nato nel 1922 ad Azinhaga, piccolo paese del Ribatejo. Fino al giorno della sua morte, il 18 giugno del 2010, quando ormai da tempo si era ritirato nell’isola di Lanzarote, José Saramago è stato una figura di prima grandezza tanto nella letteratura portoghese che in quella mondiale, pubblicando capolavori tradotti in tutto il mondo come Memoriale del convento, Caino, L’anno della morte di Ricardo Reis, Il Vangelo secondo Gesù Cristo, Cecità, Tutti i nomi, Il viaggio dell’elefante, Quaderni di Lanzarote.
José Saramago ha vinto il Premio Camões nel 1995 ed è stato insignito del Nobel per la Letteratura nel 1998.
Nato a Lisbona nel 1965, João Francisco Vilhena ha lavorato come fotoreporter per testate come LER, Der Spiegel e Le Monde. È stato editor fotografico dei settimanali O Independente e Sol, e direttore artistico della Tabacaria, rivista letteraria ufficiale della Casa Fernando Pessoa.
Ha esposto le sue opere fotografiche in svariate mostre in Portogallo e all’estero, ed è autore di diversi libri realizzati con le sue foto e le opere di scrittori illustri.
Valeria Trigo –
Lanzarote in bianco e nero: a casa di Saramago
di Valeria Trigo, L’Unità, 3 agosto 2015
Un libro fotografico rende omaggio allo scrittore portoghese e alla sua isola
Il giorno in cui José Saramago venne insignito del Nobel per la letteratura, iniziò il suo discorso così: «L’uomo più saggio che ho conosciuto non sapeva né leggere né scrivere». Si riferiva al nonno materno. In quella frase c’è anche il perché dell’amore che il grande scrittore portoghese provava per Lanzarote, un amore per l’essenziale, come solo la natura è capace fare, una natura «estrema» e saggia, perché ci rammenta che noi non siamo suoi padroni, siamo figli, siamo fatti della stessa pasta e che, senza di essa, non saremmo qui.
«Quel che c’è di più sulla terra è il paesaggio», aveva scritto Saramago prima di arrivare a Lanzarote, un’isola scarna, difficile ma veritiera, un luogo che divide di netto il nero e il bianco (a parte le pennellate arancioni che i tramonti e le albe dipingono nel cielo).
All’isola, Saramago ha anche dedicato un libro, I quaderni di Lanzarote (Einaudi). È per questo forse che il fotografo portoghese João Francisco Vilhena, che ha voluto vedere la casa dove lo scrittore viveva dal 1993, ha scelto di usare il bianco e nero. Da quella visita è nato un bellissimo libro fotografico che, nella edizione italiana propone alcune frasi dai Quaderni di Lanzarote.
Arricchisce il volumetto un testo di Pilar Del Rio. «Questo libro – scrive – è una meditazione sul tempo e il luogo. Descrive José Saramago a Lanzarote perché tenta di arrivare a ciò che non ha nome e che alcuni chiamano anima… José conosceva i nomi dei vulcani e accarezzava le pietre. Nella sua casa ci sono le pietre dei cinque continenti, ma è stato a Lanzarote che ha scelto di vivere. Allora questo libro e queste fotografie hanno un senso».
Laura Di Simo –
Lanzarote: l’ultima dimora di Saramago
di Laura Di Simo, Mondosabino.it
Per puro caso, aggirandomi tra le pile di libri dello studio, pericolanti, variopinte e disparate, il mio sguardo è stato attratto da un volume, arrivato di recente: Lanzarote la finestra di Saramago, edito da Quarup, luglio 2015. Proprio così, il mio sguardo è stato attratto dalla copertina: uno squarcio di cielo, una riva rocciosa e frastagliata che si affaccia su un mare nero. Un’immagine simbolica e molto evocativa di Lanzarote, la più occidentale delle Canarie, isole vulcaniche che dalla costa africana si protendono verso l’Atlantico.
E così pagina dopo pagina, mi sono lasciata catturare dalle inquadrature a tutto campo, quasi esclusivamente in bianco e nero (rarissime sono le macchie di colore), un bianco-nero raffinato e percorso nelle sue innumerevoli sfumature. Queste immagini spesso contengono considerazioni e frasi, coinvolte nel medesimo gioco di contrasti (bianco su nero e nero su bianco) ora sussurrate in caratteri minuti, ora gridate a caratteri cubitali.
Il volume dunque ha una potenza visiva di grande impatto: non per niente è un omaggio di un grande fotografo João Francisco Vilhena all’amico José Saramago. Due protagonisti assoluti dell’arte contemporanea si sono incontrati in un abbraccio che dura oltre la morte. Lo racconta il fotografo Vilhena, nella breve introduzione al volume, in cui, sintetizzando i tratti salienti di una amicizia, esplicita le motivazioni della sua narrazione, fatta di immagini ovviamente. E così scorrono una dietro l’altra le foto dell’isola, arida, stratificata sulla lava, divenuta nel tempo dura pietra nera: il profilo essenziale è sporadicamente interrotto da ciuffi d’erba e alberelli stentati, sopravvissuti al calore del sole, alla violenza del vento e alla mancanza d’acqua; prolificano invece i cactus che protendono enormi dita pelose verso il cielo.
Questo è il paesaggio di Lanzarote, ma è un paesaggio che “… risulta vuoto senza la persona che lo inquadra…”. Sono parole di Pilar Del Rio, la moglie di Saramago, che ha scritto la postfazione. La persona che inquadra e quindi anima la natura è senz’altro il fotografo, ma anche lo stesso José Saramago, che, facendosi ritrarre, diventa parte integrante dell’opera d’arte. La sua presenza infatti dà vita alle splendide immagini, ora dominandole in posizione centrale, ora arricchendole con una visuale alternativa, ora sottolineandone il mistero con le sue parole.
Il libro dunque vuole essere un dono al grande scrittore portoghese, che ha scelto negli ultimi anni di ritirarsi in questo luogo, in cui l’esistenza è, giorno per giorno, una scommessa, è un grido strappato alla morte, che incombe dietro l’angolo. Chi conosce Saramago sa quanto la sua letteratura, la poesia, i romanzi siano legati alla sua terra, alla storia del Portogallo ripercorsa fin dalle epoche di un glorioso passato. E allora è inevitabile chiedersi il perché di questa scelta.
In realtà, molti altri personaggi del mondo dell’arte e della cultura, ieri come oggi, sono approdati alla stessa meta: fuggendo dalla fama e da un pubblico spesso troppo invadente, hanno cercato un luogo appartato dove trascorrere gli ultimi anni , una specie di finis terrae, dove potersi concentrare sull’essenzialità della vita. Tuttavia, considerando il suo modo di vivere la natura e di rapportarsi ad essa (come si può ricavare da questo volume), mi sembra che la figura di Saramago si possa paragonare a quella del grande Leopardi, che, quasi due secoli prima, decise di vivere i suoi ultimi giorni su una terra di lava, sotto la minaccia incombente del Vesuvio, sperduto nell’immensità di un universo, in cui annegare le sue pene.
A mio parere infatti, suonano molto leopardiane le didascalie, con cui Saramago accompagna e completa le immagini di Vilhena; tra le tante due mi sono sembrate, pur nella loro sinteticità, significative:
“E giunto a questo punto, un dubbio inquietante mi assale: che senso ho io?”
“Dio, definitivamente, non esiste”.
Elena Magni –
Saramago e la sua Lanzarote in bianco e nero
di Elena Magni
1998: il portoghese José Saramago (1922-2010) vince il Nobel per la letteratura. Nello stesso anno il fotoreporter João Francisco Vilhena, pure lui portoghese, classe 1965, raggiunge lo scrittore a Lanzarote, “un’isola fatta di antichi vulcani depositari di storie segrete”. Passeggiano insieme nel parco nazionale di Timanfaya. Lo scrittore guarda e a volte parla, il fotografo guarda e a volte scatta. Passati quindici anni Vilhena torna in questa perla delle Canarie per “scrivere, con immagini, un diario/quaderno di appunti di uno scrittore/personaggio, partendo dai diari già scritti da José”. Questo è quel diario, con tante foto in bianco e nero e citazioni da Quaderni di Lanzarote di Saramago: perle da assaporare con lentezza per il piacere degli occhi e dello spirito.
Giuseppe Sofo –
Lanzarote. La finestra di Saramago
di Giuseppe Sofo
João Francisco Vilhena ci offre una vera e propria finestra sul piccolo mondo dell’isola di Lanzarote e sul grande mondo della scrittura di José Saramago. Il fotografo accompagna, o meglio, segue il premio Nobel portoghese tra i vulcani e le strade deserte di quest’isola delle Canarie di cui Saramago stesso ci dice nei suoi Cadernos de Lanzarote: «pur non essendo la mia terra, è terra mia», perché qui aveva scelto di vivere gli ultimi diciotto anni della sua vita. Lo sguardo del fotografo sullo scrittore ci restituisce lo sguardo dello scrittore sull’isola, descrivendo «non il mondo, ma un suo frammento», proprio come la fotografia registra frammenti di un tempo che non c’è più, quel tempo che non è altro che «una striscia di elastico che si allunga e si accorcia», come scrive Saramago. Dopo essere stato una prima volta a Lanzarote per fotografare l’autore nella sua nuova casa, Vilhena ritorna dopo la morte di Saramago per registrarne l’assenza, e allo stesso tempo la presenza scritta tra quelle pietre apparentemente inospitali, ma che hanno saputo accogliere al meglio chi ha sempre vissuto «con il paesaggio, non nel paesaggio», forse perché la loro memoria «è più profonda di quella degli esseri umani», come scrive la moglie dello scrittore, Pilar Del Río, nella breve nota che chiude il testo. Il bianco e nero di Vilhena, accompagnato dalle parole e dallo sguardo di Saramago, ci regala l’incontro tra un uomo e un paesaggio, tra un autore e la protagonista della sua opera, e il volumetto dell’editore pescarese Quarup, tradotto da Rita Desti, ci permette di scoprire Lanzarote sotto una veste completamente nuova, intima e coinvolgente, attraverso gli occhi di chi ha raccontato il mondo.
Emanuela Riverso –
“Lanzarote. La finestra di Saramago”. Una mostra, un libro
di Emanuela Riverso, Luoghi d’Autore, 3 febbraio 2016
Fino al 18 Marzo 2016 – “Lanzarote. La finestra di Saramago” è il titolo della mostra fotografica che si sta svolgendo in Uruguay, a Montevideo, presso il Centro Cultural España, dedicata al premio Nobel della Letteratura José Saramago. Oggetto dell’esposizione sono le fotografie realizzate nel 1998 dal fotografo portoghese João Francisco Vilhena durante un suo soggiorno a Lanzarote per ritrarre lo scrittore che si era definitivamente trasferito sull’isola. Il fotografo ha fatto ritorno negli stessi luoghi anche dopo la morte di Saramago realizzando altre suggestive immagini sulle tracce dello scrittore.
João Francisco Vilhena è nato a Lisbona nel 1965 e ha collaborato con testate come Der Spiegel e Le Monde. È stato direttore artistico della Tabacaria, la rivista letteraria ufficiale della Casa Fernando Pessoa. È autore di diversi libri realizzati con la collaborazione di importanti scrittori
Vi segnaliamo al tal proposito il libro Lanzarote. La finestra di Saramago pubblicato da Quarup, casa editrice di Pescara. Il volume, «un libro bellissimo sul senso della vita e della scrittura, un tributo alla memoria immortale di uno dei più grandi scrittori del Novecento», riunisce le foto realizzate da João Francisco Vilhena a Lanzarote e i testi tratti dal libro di José Saramago Quaderni di Lanzarote. Assolutamente imperdibile.
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