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Una idea di letteratura

Per tutte le altre destinazioni

13.00

Sono i segnali che permettono alla spaesata Giulietta di dare un senso, a soli cinque anni, alla perdita della madre e, in un rovesciamento dolce e aspro, la portano a una conquista di sé non a tutti concessa. Sono gli stessi segnali che fanno sopravvivere e anzi rinascere Aurelio e Angelo da una diversa (ma nei risultati identica) forma di abbandono. Sono la guida che permette a tutti e tre (e forse a tutti gli uomini) di costruire il futuro sui rottami del passato…

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Categoria: Product ID: 1585

Descrizione

Sono i segnali che permettono alla spaesata Giulietta di dare un senso, a soli cinque anni, alla perdita della madre e, in un rovesciamento dolce e aspro, la portano a una conquista di sé non a tutti concessa. Sono gli stessi segnali che fanno sopravvivere e anzi rinascere Aurelio e Angelo da una diversa (ma nei risultati identica) forma di abbandono. Sono la guida che permette a tutti e tre (e forse a tutti gli uomini) di costruire il futuro sui rottami del passato…

Per tutte le altre destinazioni, ci sono voci a cui non si può non rispondere. Che si tratti dell’intuizione della propria vocazione accelerata dal dolore, come capita a Giulietta, la bambina prodigio in cinismo e fragilità protagonista di Blonditudo, o della scoperta rocambolesca della propria vera identità, così distante da quella fino ad allora data per certa, come succede ad Aurelio e Angelo, gemelli adolescenti di Réclame d’Afrique, in ogni caso a quelle voci che “diventano ragioni” è inevitabile che si dia ascolto. Sono i segnali che permettono alla spaesata Giulietta di dare un senso, a soli cinque anni, alla perdita della madre e, in un rovesciamento dolce e aspro, la portano a una conquista di sé non a tutti concessa. Sono gli stessi segnali che fanno sopravvivere e anzi rinascere Aurelio e Angelo da una diversa (ma nei risultati identica) forma di abbandono. Sono la guida che permette a tutti e tre (e forse a tutti gli uomini) di costruire il futuro sui rottami del passato, di proporsi nuovi destini lontano dalle acque morte del rimpianto. In uno stile che ha il ritmo di una corsa di macchine notturna e la freschezza instabile delle turbolenze, Fabrizia Pinna ci guida insieme ai suoi personaggi lungo il percorso indicato da quelle voci. Per lei, concittadina dei navigatori antichi, direbbe il suo più recente conterraneo ed omonimo De André, “penso che sia normale”. Per noi lettori la sua prima pagina è l’inizio di un lungo, ‘necessario’ viaggio.

Fabrizia Pinna
FABRIZIA PINNA è nata a Genova nel 1981. “Per tutte le altre destinazioni”, il suo esordio nella narrativa (“passione che ha coltivato e custodito gelosamente dall’adolescenza, a fianco e come riparo degli studi giuridici”) ha costituito un “piccolo caso letterario”, grazie all’apprezzamento e alle recensioni di critici noti, che ne hanno segnalato e discusso l’uscita su testate come «L’indice dei libri», «La Repubblica», «il Domenicale»…

Informazioni aggiuntive

Autore

Collana

ISBN

978-88-95166-02-5

Pagine

160

Formato

12×19,5 – Brossura filo refe con alette

7 recensioni per Per tutte le altre destinazioni

  1. Studio 83

    Per tutte le altre destinazioni
    di Studio 83

    L’esordio di Fabrizia Pinna, sotto l’egida di Quarup, consiste in due racconti: “Blonditudo”, il principale, e il più breve “Réclame d’Afrique”.

    “Blonditudo” racconta la vicenda di una giovane che affronta situazioni difficili (non voglio rivelare nulla, l’indiscrezione leverebbe incanto al racconto), ma continua ad andare avanti e cerca la felicità grazie alla propria determinazione e dolcezza.
    Con uno stile particolare, basato sulla rarefazione, più che sulla spiegazione, la Pinna affronta il significato del sogno in vite rese accidentate dai colpi imprevisti dell’esistenza, ma che proprio in virtù dei colpi ricevuti trovano la motivazione e il coraggio di persistere in quei sogni: e ricevono in cambio una profondità che si sente, proprio perché l’autrice è attenta a nascondercela.

    Il secondo racconto, “Réclame d’Afrique”, prosegue su questa strada: anche se è un’istantanea di poche pagine, più che un racconto, riesce a non sembrare artificiale (manitiene però un buon livello tecnico) e si dimostra toccante e coinvolgente.

    “Per tutte le altre destinazioni” è un’opera interessante, e il fatto che sia un esordio le conferisce valore aggiunto. Si legge con piacere, e appassiona nella misura in cui, con una gestione accorta dell’effetto di straniamento, finge di mantenersi distaccata.
    È in questa ineffabilità, nel risparmio di parole che lo stile della Pinna ha la sua cifra significativa. Così condotto il racconto intriga all’istante chi legge, e spinge a cercare tra le righe quello che spesso manca in altre opere contemporanee (specialmente di autori giovani): il non detto, appunto, l’astensione che chiama il lettore a collaborare e colmare le lacune volontarie dell’autore con il proprio vissuto.
    Nota di merito anche a Quarup: oltre che per la gradevole veste grafica del libretto, per aver dato spazio a una voce che promette bene dal punto di vista strettamente letterario e delle opere future – che speriamo meno brevi, per poterne godere di più. In ogni caso, quella dei racconti è una scelta intelligente da parte di un giovane autore: non è facile scriverne di buoni, più difficile lo è gestire la complessità di un romanzo senza un po’ di esperienza (anche editoriale) alle spalle.

    Ecco, forse l’unica pecca di “Per tutte le altre destinazioni” consiste in un editing accorto ma alle volte poco trasparente, che per marcare lo stile basato sul riserbo, alle volte tira un po’ troppo la corda. È per un buon fine, d’accordo: vuole spingere, portare alla luce il tono “carveriano” di Fabrizia Pinna e le potenzialità di questa scrittrice che presto, con l’esperienza che le auguro, camminerà esclusivamente ed egregiamente sulle proprie gambe.

  2. Giovanni Choukhadarian

    Narratori italiani
    di Giovanni Choukhadarian

  3. Giovanni Choukhadarian

    Storia breve ed esemplare della dottoressa Giulietta
    di Giovanni Choukhadarian

  4. Stefano Tettamanti

    Gli spiriti di Giulietta aspra e dolcissima
    di Stefano Tettamanti

  5. Luca Meneghel

    Fabrizia Pinna Per tutte le altre destinazioni
    di Luca Meneghel, Mescalina

    Fabrizia Pinna è una giovane studentessa di giurisprudenza: genovese, nelle pause tra un esame e l’altro ha scritto “Per tutte le altre destinazioni”, pubblicato dai tipi della Quarup di Pescara. L’esordio di Fabrizia non è un romanzo nè un racconto (o meglio, non solo): il libro mette insieme piuttosto un romanzo breve, “Blonditudo”, e il racconto “Réclame d’Afrique” (una ventina di pagine), sorta di b- side letteraria del più corpulento (e qualitativamente superiore) testo principale.
    “Blonditudo”, in centotrentuno pagine, racconta la storia di una madre, Betti, che viene abbandonata dal marito con uno squallido bar e una figlia al carico. Betti muore ben presto di tumore e un’assistente sociale strappa la figlia, Giulietta, agli amici di famiglia (diventati veri e propri zii adottivi per la bambina) Walter e Carla, dirottandola in un orfanotrofio. Qui Giulietta cresce scoprendo la propria passione per la medicina: riuscirà a realizzare i propri sogni? Troverà l’amore dopo una vita di abbandoni? Intorno a lei ruotano altri personaggi, appena abbozzati: tra gli altri il primario De Loi (che ha una particolare predilezione per Giulietta, alle prime armi ospedaliere), una vecchia signora benestante ammalata di tumore, la sua badante Ana Luz e il figlio Adriano. “Blonditudo” appare come un romanzo di formazione che cerca di condensare in poche pagine la lenta maturazione di una ragazza disagiata: evidentissime, ed inevitabili vista la forma ridotta, le ellissi, salti temporali troppo decisi che finiscono per togliere il piacere di una lenta emancipazione. Ad un’estensione testuale troppo ridotta si dovranno imputare anche personaggi poco indagati psicologicamente: com’è veramente Giulietta? Cosa prova? Per farlo sentire veramente al lettore, sarebbero state necessarie almeno cinquanta pagine in più. Parzialmente deludente risulta essere anche il linguaggio: Fabrizia Pinna predilige la paratassi e il linguaggio asciutto, spesso condito da termini volgari che vogliono fare un po’ il verso a Tondelli (ad “Altri libertini” rimandano anche alcune atmosfere, soprattutto nella parte iniziale ambientata nel bar della madre Betti, simile al “Postoristoro” tondelliano), ma finiscono per stridere con la dolcezza della protagonista; eliminabile, infine, il corsivo che tende ad appiattire su uno stesso piano tanto i discorsi diretti quanto l’indiretto libero.
    Se “Blonditudo”, con i suoi limiti, mette in scena però una storia con qualcosa da dire (ci sono povertà, abbandono, la difficile vita quotidiana di tanti disperati, il tentativo di riscatto…), il seguente, brevissimo, “Réclame d’Afrique” sembra davvero campato per aria: il tutto è riducibile a due ragazzi che, in Sardegna, scoprono di essere stati adottati e decidono di partire per l’Africa a caccia delle proprie radici. Il tema può essere interessante, senza dubbio: a patto di trattarlo compiutamente nella forma del romanzo, non in poche paginette che mettono semplicemente in scena degli eventi senza un vero perché.
    La critica principale che avanzo alla Pinna, si sarà ormai capito, è quella della forte disarmonia tra la scelta della storia e quella dell’estensione del discorso: detto in soldoni, troppi contenuti per troppo poche pagine. Attendiamo una prova nella forma romanzo (o racconto, ma con contenuti adeguati a questa forma narrativa) per saggiare le sue reali capacità letterarie.
    Leggi la recensione nella sua pagina web

  6. Marco Traverso

    Editori e scrittori all’esordio
    di Marco Traverso

    La presentazione di un autore è sempre un incubo. La presentazione di un esordiente, poi, è ancor peggio. La presentazione di un autore, esordiente, nella sua città natale, non ha davvero posto nella scala virtuale delle fobie infestanti l’anima (inquieta) di un (piccolo) editore come me.
    Fabrizia Pinna, genovese, classe 1981, è una scrittrice agli esordi per una casa editrice ancor più giovane, la Quarup: il 10 marzo scorso noi della Quarup abbiamo presentato alla città, a questa matrigna severa e terribile, Per tutte le altre destinazioni.
    A dire la verità, la presentazione è andata benissimo: più di 100 persone presenti alla Porto Antico Libri e più di 50 copie vendute in dieci minuti. Tanto che abbiamo pure perso qualche vendita.

    Deus ex machina della serata è stato Edoardo Guglielmino, personaggio pubblico, già assessore al Comune di Genova negli anni ’80, scrittore e, più in generale, uomo di lettere. E Guglielmino, l’Edoardo, è stato davvero grande. Prima della presentazione mi ha ricevuto mettendomi addosso una fifa terribile:
    G.: «ah, lei è l’editore?»
    io: «ehm… sì… »
    G.: «senta, le dico subito che sono stufo delle solite presentazioni da panegirico. Per questo ho deciso, da adesso in poi, di dire sempre ciò che penso veramente del libro»
    io (la vista si annebbiava, il pensiero figurava già scenari apocalittici, con fischi e schiamazzi tra il pubblico, mentre mi ripetevo “proprio adesso, non poteva aspettare ancora un’altra occasione”): «e… e… quindi… ?»
    G.: «Questo è un bel libro».
    io: (sospiro e sorriso)
    G.: «Soprattutto il primo racconto. Il secondo, invece, è acerbo, frastagliato, bisogna lavoraci su».

    Intanto nel retro del negozio ci raggiungeva pure la Pinna (da adesso in poi Fabrizietta nostra) e anche lei si accollava, felice, consigli e massime dell’Edoardo.
    Qualche minuto più tardi, davanti a un pubblico davvero numeroso, Guglielmino ha presentato la Pinna come una minimalista alla Carver, citando pure Pasolini (io ed Ale – il mio socio – seduti vicino ci scioglievamo, beati) e, lanciandosi in una lectio magistralis di tutto rispetto, conduceva il pubblico in un viaggio “quarkesco” nel panorama della letteratura italiana degli ultimi cinquant’anni.
    Troppo, davvero troppo, anche per l’ego smisurata di ambiziosetti editori come noi.

    Poi, al termine della presentazione, mentre Fabrizietta nostra, giovane e bella, firmava autografi in chiaro stile hollywoodiano, l’Edoardo ha concluso il suo dialogo personale con me in questo modo:
    lui: «è andata bene, mi pare»
    io (con fare servile): «dottor Guglielmino, non so davvero che dire, come ringraziarla…»
    lui: «questa è brava, dovete spingerla, farla crescere»
    io: «sa, dottor Guglielmino, ci abbiamo lavorato parecchio. Non ha idea di tutto l’editing, degli interventi di redazione»
    lui: «voi non avete fatto un cazzo (sic), ha fatto tutto lei. Continuate»
    io (sottovoce): «Amen».

    Occhei, Fabrizietta nostra è un piccolo successo editoriale ancora sconosciuto: in una sola settimana abbiamo venduto 95 copie! Senza promozione, senza distribuzione, senza pubblicità.
    E queste cifre sono davvero significative nell’ambito della piccolissima editoria. Insomma, non dico Mondadori o Einaudi, che sono galassie lontane anni luce, ma nemmeno Minimum Fax, con tutti i suoi “bookparty” e le feste disco nelle belle notti romane, potrebbe con i nostri miseri mezzi economici, in relazione, sperare tanto e mi rifiuto di credere che sia solamente frutto del – chiamiamolo così – entourage genovese della Fabrizietta nostra. Credo, piuttosto – e lasciatemelo dire con tutta la cupidigia dell’editore – che si possa tirare fuori da questa storia un piccolo caso “letterario” tutto genovese.

    Signore e signori, Fabrizia Pinna, Per tutte le altre destinazioni, Quarup 2007…

  7. Luigi Mascheroni

    I magnifici sette della letteratura italiana
    di Luigi Mascheroni, La Repubblica delle Lettere

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