Benvenuto sul sito di Quarup Editrice
Una idea di letteratura

Road Movies

15.00

Road Movies è il libro di un Autore in possesso di una prosa di sorprendente qualità letteraria che è valsa a Lee Ranaldo in patria la definizione di “vero erede di Allen Ginsberg e Jack Kerouac”, capace di raggiungere “la libertà espressiva di un Charles Bukowski”.

ACQUISTA ONLINE
Categoria: Product ID: 1580

Descrizione

Road Movies è il libro di un Autore in possesso di una prosa di sorprendente qualità letteraria che è valsa a Lee Ranaldo in patria la definizione di “vero erede di Allen Ginsberg e Jack Kerouac”, capace di raggiungere “la libertà espressiva di un Charles Bukowski”.

A chi di noi non sarebbe piaciuto seguire tutte le date di tutte le tournée dei Sonic Youth dal giorno della loro fondazione?
Seguirne il percorso e l’ascesa con uno sguardo da dentro, come un insider discreto e invisibile, o come un oggetto di scena, un microfono, uno strumento, una chitarra…
Con questo libro Lee Ranaldo, chitarrista della band newyorchese, ci apre in certo modo una porta dimensionale, e ci guida all’indietro proprio in quel viaggio, attraverso le annotazioni di fatti e emozioni che giorno per giorno registrava fin dai primissimi esordi del gruppo. Sono immagini che sfrecciano con la velocità di un paesaggio intravisto dal finestrino di un’auto in movimento, e sensazioni che restano. Sono frammenti di un’unica storia che parla della vita, dell’arte, dell’amicizia, dell’amore, di speranze perdite incontri e autostrade.
Road Movies à il libro di un Autore in possesso di una prosa di sorprendente qualità letteraria che à valsa a Lee Ranaldo in patria la definizione di “vero erede di Allen Ginsberg e Jack Kerouac”, capace di raggiungere “la libertà espressiva di un Charles Bukowski”.

Lee Ranaldo
LEE RANALDO à nato a New York nel 1956. Chitarrista dei Sonic Youth, ne ha condiviso dalla fondazione l’irresistibile ascesa verso la fama mondiale, culminata nella pubblicazione del miliare “Daydream Nation” del 1987. Talento multiforme, ha parallelamente realizzato svariati album come solista, fino ad essere incluso dalla rivista musicale «Rolling Stone» nella classifica dei migliori chitarristi della storia del rock. Ha poi intrapreso, oltre a quella di scrittore (ha pubblicato per Soft Skull “Jrnls ’80” e “Road Movies”), una carriera di produttore di successo, e di etnomusicologo, studiando in Marocco insieme alla moglie, l’artista visiva Leah Singer, le tradizioni dei “Maestri Musicanti, possessori del segreto della musica”.

Informazioni aggiuntive

Autore

Collana

ISBN

978-88-95166-05-6

Traduzione

Fabio Genovesi

Pagine

176

Formato

12×19,5 – Brossura filo refe con alette

11 recensioni per Road Movies

  1. Redazione

    Lee Ranaldo, Road Movies
    di Redazionee

    L. Ranaldo, Road movies, I quaderni di viaggio di una grande star del rock, Quarup 2007, pp. 173 euro 15,00.

    Questo è un “diario di bordo” redatto da Lee Ranaldo, il chitarrista della sonic youth (una band newyorchese), nel periodo che va dalla sua nascita negli anni ’80 fino al ’94 del Novecento. È un vero e proprio romanzo autobiografico che si svolge nei luoghi dei concerti e si connota come un insieme di frammenti appartenenti a un tutto che contiene arte, vita, amicizia, speranza, amore, perdite e incontri. È definito l’erede di Jack Kerouac e Allen Ginsberg con la libertà espressiva di Charles Bukowski.

  2. Manuel Graziani

    Penne e pennate della Gioventù Sonica
    di Manuel Graziani, Black Milk

    Thurston Moore – Alabama Wildman (Leconte)
    Lee Ranaldo – Road Movies (Quarup)

    Nel Belpaese del tarallucci e vino la sindrome del musicista pennamunito sta assumendo tutta l’aria di un’epidemia. Cito a memoria alcuni musicisti dal passato-presente alternativo che si sono misurati negli ultimi tempi con l’editoria libraria: Federico Fiumani (commovente), Carlo Cannella (sorprendente), Roberto Perciballi (trucidissimo), Massimo Zamboni (spesso), Tony Face (ok), Oskar Giammarinaro (e va bene), Silvio Bernelli (così, così), Vinicio Capossela (deludente), Drigo (a che pro?), Francesco Renga (meglio trombarsi Ambra), Cristiano Godano (non ancora pervenuto). Quasi tutti hanno messo nero su bianco i cazzi propri: in maniera onesta, didascalica, romanzata, poetica, surreale ma, bando alle ciance, sempre di cazzi loro si trattava! D’altronde questa è gente che, nella maggior parte dei casi, non ha mai timbrato alcun cartellino, ha del gran tempo libero, negli anni una mezza istruzione se l’è fatta, ecc. Gente che [soprav]vive affogata nella musica, brindando spesso a gin e frustrazione. Per farla breve… pretendere da loro di non avere impulsi bukowskiani è come convincere Berlusconi a non mettersi in testa quegli orrendi capelli posticci. La risposta è alquanto scontata, penso converrete.
    Invero, al di fuori della nostra italietta la musica di carta non cambia. Nick Cave, Dee Dee Ramone, Julian Cope, Lydia Lunch, Richard Hell, Billy Corgan (e potrei andare avanti all’infinito) hanno tutti fatto piacevoli scampagnate nella narrativa e/o poesia. E con risultati alterni, esattamente come i nostrani suonatori indipendenti. Il dato di fatto, alquanto curioso, è che in quegli stessi prati siamo andati a belare in molti. Spesso esaltandoci per questa o quell’altra scoreggia letteraria di Re Inkiostro piuttosto che di Mr Druido.

    In mezzo a ‘sta marmellata più o meno commestibile, fa specie il pressoché totale silenzio dei media di settore nei confronti delle interessanti elucubrazioni narrative dei due massimi alfieri della Gioventù Sonica. Circa tre anni fa, infatti, in un punta di piedi ha fatto la sua comparsa nelle librerie italiane Alabama Wildman di Thurston Moore (Leconte, pp. 153, € 15,00). Eppure, da vent’anni a questa parte, qualunque stronzatella faccia Mr Moore – non Michael, Thurstone, ma anche Michael a pensarci bene – con la sua chitarra pare sia la migliore in mezzo all’immensa latrina del free(post)punk planetario.
    Strano. Davvero strano. L’allampanato Thurston, per una volta, non se lo è cacato nessuno. E in realtà neanche io. Nel senso che il libro in questione ha surfato per un anno buono tra il mio comodino e la mia scrivania, soggiornando sovente nel cesso, senza che mi sia degnato di sfogliarlo una sola volta. Poi, quando mi sono deciso a mettergli addosso mani e occhi, il libello l’ho divorato in un pomeriggio. Adesso, a parte le poesie – poco comprensibili e oggettivamente pesantucce – c’è da dire che le memorie, le vecchie foto in b/n, i racconti abbozzati e, soprattutto, la lunga chiacchierata (sonicXsmith) con Patti Smith e i contrappunti di intervista con clap mi hanno emozionato al punto di rimettere sul piatto il doppio vinile di Daydream Nation. E poi, pur detestando dal profondo del deretano qualsiasi postfazione, le due paginette di Richard “gonzo” Meltzer da sole valgono il prezzo di copertina. Ecco un assaggio: “Non ci si può sbagliare: questo è un libro che parla di femmine. Quelle che si è effettivamente scopato, quelle che avrebbe potuto scoparsi, quelle che gli sarebbe piaciuto scoparsi, quelle della sua fantasia. Non si direbbe dalla sua musica pomposamente artistica […] No, non si è scopato Lydia Lunch. […] E poco ne sa di quanto in realtà fosse a portata di mano il cestino per il pranzo di lei. Io stesso ho assaggiato il Pranzo di Lydia… e lasciatemi dire che era molto, molto gustoso. […] Patti Smith, d’altra parte, nessuno di noi se l’è scopata, sebbene una volta le ho messo la mano sulla fica”.

    Della serie “via uno avanti l’altro”: l’estate scorsa una piccola, ma cazzuta, Casa Editrice di provincia ha dato alle stampe Road Movies di Lee Ranaldo (Quarup, pp. 173, € 15,00). Anche in questo caso il libro è già da Chi l’ha visto?. Un peccato, un vero peccato, perché il chitarrista dei Sonic Youth ha scarabocchiato i suoi personali diari degli anni Ottanta con lo sguardo trasognato del fotografo d’esterni: nel suo obiettivo ci sono finiti campi di granturco, fabbriche dai mattoni quadrati, paesi appoggiati alla base dei monti, tramonti sfocati, celi cerulei, alberi folti.
    La scrittura di Ranaldo è piana, riposata, in una qualche misura classica; una sorta di no man’s land nella quale s’incontrano Flannery O’Connor e Jack Kerouac. Una scrittura volutamente lenta che obbliga il lettore attento a soffermarsi sui piccoli caratteri tipografici. Una scrittura che si parla addosso, autoreferenziale come nella migliore tradizione della Beat Generation. Una scrittura di viaggio e in viaggio: “Forse una cosa che mi piace del viaggiare, e di tutte le persone che incontri, è che non ti impegni in rapporti che cercano di durare per sempre. […] Di solito puoi parlare solo fino a un certo punto con una persona prima di esaurire gli argomenti significativi, e allora è bello conoscere tanta gente nuova con cui scambiare idee”.
    Nulla di imprescindibile, sia chiaro. Ma questa voluta lentezza, questo evitare qualsiasivoglia fuoco d’artificio, questo normalizzare la vita on the road e gli incontri con altri campioni del calibro di Dinosaur Jr, fIREHOSE, Saccharine Trust, Butthole Surfers, ecc., questo mostrare fragilità e debolezze, questo fermare l’attimo su un taccuino come un anonimo uomo della strada è davvero cosa buona e giusta. Soprattutto in un periodo nel quale, spesso e volentieri, la stantia epica del rock’n’roll viene imbellettata con luccicanti copertine in quadricromia e messa comodamente a riposare nei dozzinali scaffali dei megastore.

    Leggi la recensione nella sua pagina web

  3. Federico Bernocchi, Costantino Della Gherardesca

    Dispenser Rai Radio 2
    di Federico Bernocchi, Costantino Della Gherardesca

    Guarda il video su Youtube (parte I)
    Guarda il video su Youtube (parte II)

  4. Giovanni Amoroso

    Lee Renaldo
    di Giovanni Amoroso, La domenica, 28 giugno 2009

    Chitarrista e cantante dei Sonic Youth, uno dei migliori insieme a Thurstone Moore per quanto riguarda il noise rock.
    Con sopresa ho scoperto che la Quarup editrice di Pescara ha pubblicato il suo libro “Road Movies” tradotto in italiano da Fabio Genovesi.
    Le sorprese non finiscono mai! acquistarlo è stato un gioco da ragazzi e leggerlo è stata una goduria unica.
    Immergersi nelle emozioni artistiche di Lee durante i lunghissimi tour è favoloso. Ma la cosa che mi fa più piacere di tutte è che questo binomio tra musicisti e letteratura questa volta ha avuto come traguardo finale l’Abruzzo. E non è il solo, anche Les Claypool canante bassista dei Primus con il suo libro “A sud del capanno” è stato pubblicato da Quarup. Ma purtorppo questo non lo sono riuscito a reperire.
    Dei Sonic Youth si è detto troppo, e non voglio nemmeno parlare del libro per non guastare la festa a sopresa a tutti.
    Il mio intento è quello di informare che piano piano anche qui in Abruzzo qualcosa di importante si sta muovendo oltre che la terra.
    Leggi la recensione nella sua pagina web

  5. Christian Verzeletti

    Lee Ranaldo Road movies
    di Christian Verzeletti, Mescalina

    Tra tutti i libri pubblicati da musicisti che tentano di fare gli scrittori ogni tanto capita che ce ne sia qualcuno interessante, che vale la pena leggere al di là della passione feticistica del fan.
    Tecnicamente “Road movies” è un diario di viaggio di Lee Ranaldo, chitarrista di Sonic Youth, che descrive gli anni di tour dal 1980 al 1994. In realtà è molto di più, perché Ranaldo scrive con uno stile spontaneo-improvvisato non lontano da quello di Kerouac ma nemmeno da quello alternativo dei Sonic.
    Essendo l’autore un viaggiatore a tutti gli effetti, va oltre la strada come luogo fisico e propone una raccolta di pensieri in cui il paesaggio e le persone incontrate diventano fonte di riflessioni socio-esistenziali condite da aneddoti, ricordi post-concerto e lettere. In una parola si tratta di idee, tanto libere quanto strutturate, un po’ come nella musica dei Sonic Youth e in tutti i progetti di Ranaldo.
    Si parte nel 1980 da New York con una serie di immagini molto Beat e si arriva ad un concerto di Dylan del 1994, giusto per chiudere il cerchio in modo coerente. In mezzo c’è tanta, tanta strada tra Europa e Stati Uniti, tra stati mentali e artistici. Potremmo dire che Ranaldo scrive in modo frammentario ma compiuto, con dei flash che mirano a catturare emozioni e idee: si va dalle riflessioni artistiche sull’opera di Smithson alle sensazioni provate davanti al complesso di Stonehenge, dai punti di vista su un’America tanto criticata nella sua sciatta omologazione quanto ammirata nei suoi paesaggi.
    Ovviamente ci sono anche i racconti di un musicista on the road, dalle menate dei tour più tribolati (concerti annullati, promoter scazzati, incidenti d’ogni tipo) ai concerti condivisi con band di amici-colleghi come Dinosaur Jr e Butthole Surfers. Ma anche qua Ranaldo è bravo a trascendere una semplice diaristica per insinuare dubbi e interpretazioni sul proprio ruolo di musicista, sul valore della propria arte (dagli inizi fino al compimento con “Daydream nation”), sulle attese dei fans e della critica e persino sui concetti di avanguardia e underground.
    C’è anche un Ranaldo molto umano, che scrive al figlio appena nato, che si abbatte per un concerto mal riuscito, che scivola nella droga, che si appassiona leggendo “Sportswriter” di Richard Ford e che si sofferma sulla morte di Kurt Cobain. Tutto questo in 176 pagine agili, che si leggono volentieri, come quando dal finestrino di un auto sembra di veder scorrere una vita intera. “Non si può sempre chiamare musica, ma di solito Suono va bene. Chiamalo Volume, chiamalo Sesso / Rumore. Chiamalo Vuoto e Pieno insieme”.
    Leggi la recensione nella sua pagina web

  6. Marco Denti

    Road Movies: Travellin’ Band, in viaggio con i Sonic Youth
    di Marco Denti

    Era una cosa da nulla? Lo dirà il tempo. Era ora di accendere i motori e andare.

    L’intuizione è essenziale e brillante nello stesso tempo: visto che la vita del musicista è fondamentalmente on the road, e i Sonic Youth di strada ne hanno fatta parecchia, Lee Ranaldo ha ben pensato di tenere degli spiccioli diari di viaggio tra un tour e l’altro. La partenza, così come tutti i Road Movies è elementare, proprio nel segno di Jack Kerouac, ma con uno sguardo attento all’evoluzione delle idee perché “scorrono attraverso gli anni” e ancora “galleggiano, salgono nell’aria aperta e vagano libere fino a sparire dalla vista”. Gli appunti si susseguono, senza soluzione di continuità, con una scrittura grezza e informale che deve alla sua immediatezza gli spunti migliori e i racconti della vita in tour dei Sonic Youth si sovrappongono alle confessioni personali di Lee Ranaldo (“A quei tempi la mia vita non era solo volti e luoghi, c’erano sensazioni che non ho più provato, emozioni e idee congelate insieme a quel periodo e quel posto”) ma anche nella fiducia tout court nel potere salvifico della creatività: “Se uno vuole andare avanti deve scegliere la vita, l’attività, il mondo, la creazione. Ma sempre temperati dalla nuvola nera e dalla sensazione che il tempo è limitato per tutti noi, non importa quanto cerchiamo l’infinità. E’ un concetto, un sogno che non ha fine. Cerchiamo una terra senza confini, cerchiamo una speranza eterna”. Un bel libro, molto on the road, molto Sonic Youth.

  7. rootshighway

    Lee Ranaldo Road Movies
    di rootshighway

    L’intuizione è essenziale e brillante nello stesso tempo: visto che la vita del musicista è fondamentalmente on the road, e i Sonic Youth di strada ne hanno fatta parecchia, Lee Ranaldo ha ben pensato di tenere degli spiccioli diari di viaggi tra un tour e l’altro. “Era una cosa da nulla? Lo dirà il tempo. Era ora di accendere i motori e andare”: la partenza, così come tutti i Road Movies è elementare, proprio nel segno di Jack Kerouac, ma con uno sguardo attento all’evoluzione delle idee perché “scorrono attraverso gli anni” e ancora “galleggiano, salgono nell’aria aperta e vagano libere fino a sparire dalla vista”. Gli appunti si susseguono, senza soluzione di continuità, con una scrittura grezza e informale che deve alla sua immediatezza gli spunti migliori e i racconti della vita in tour dei Sonic Youth si sovrappongono alle confessioni personali di Lee Ranaldo (“A quei tempi la mia vita non era solo volti e luoghi, c’erano sensazioni che non ho più provato, emozioni e idee congelate insieme a quel periodo e quel posto”) ma anche nella fiducia tout court nel potere salvifico della creatività: “Se uno vuole andare avanti deve scegliere la vita, l’attività, il mondo, la creazione. Ma sempre temperati dalla nuvola nera e dalla sensazione che il tempo è limitato per tutti noi, non importa quanto cerchiamo l’infinità. E’ un concetto, un sogno che non ha fine. Cerchiamo una terra senza confini, cerchiamo una speranza eterna”. Un bel libro, molto on the road, molto Sonic Youth
    Leggi la recensione nella sua pagina web

  8. Vittore Baroni

    di Vittore Baroni, Rumore

  9. Aldo Chimenti

    di Aldo Chimenti, Carta Stampata

  10. Redazione

    Road Movies: Lee Ranaldo racconta 14 anni di concerti con i Sonic Youth
    di Redazione

  11. Marco Denti

    Recensioni Libri
    di Marco Denti

Solamente clienti che hanno effettuato l'accesso ed hanno acquistato questo prodotto possono lasciare una recensione.