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Una idea di letteratura
“Fallire” di James Greer

di Luciano Luciani, Libere Recensioni, 18 giugno 2012

Sfigato è l’Eroe. Anzi sfigatissimo. Fragile e incerto, Guy Forget, americano, californiano, losangelino, è un inguaribile pasticcione: l’ennesima variante dell’ “uomo senza qualità” aggiornato ai primi anni del terzo millennio. Lo incontriamo all’inizio del romanzo già in coma e lo lasciamo alla fine immerso nei suoi pensieri, lucidi e terminali, qualche istante prima che qualcuno decida per lui di staccare la spina e di abbandonare per sempre questo stadio imperfetto dell’esistenza che è la vita. In mezzo tutto un mondo: relazioni, affetti, idee, speranze, progetti, sogni…
Inetto di bella presenza, Guy condivide i suoi giorni con un amico, precario esistenziale, lo scudiero cialtrone delle sue sgangherate imprese; ama Violet, vedova consolabile, consolabilissima; un padre che decide di anticipare di poco la dipartita del figlio; una madre che del figlio non ha mai capito niente; un fratello poco amato, prudente e taccagno, “cervellone” professore di fisica teoretica al M.I.T; un Nemico, tanto invidioso, quanto maligno e irriducibile, “ho odiato Guy Forget con l’intensità del caloro bianco e della magia nera”, senza dimenticare la Regina dei Motomalandrini, un gruppo di bikers minori impegnati nella caccia ai pedoni e ai ciclisti… Aggiungiamo, poi, un folle progetto di “finanza creativa”, tanto demenziale da poter, chissà, anche funzionare e una piccola impresa criminale gestita in maniera che più maldestra non si può.
Ora dissolvete i piani temporali del racconto e mescolateli disordinatamente, fornite alla storia un linguaggio veloce, diretto, cinematografico, fitto di dialoghi infarciti di lessico da internauti e di musica rock e avrete tra le mani questo Fallire un’opera narrativa originale e spiazzante, provocatoria e abrasiva.
L’ha scritta James Greer, giornalista e critico musicale cinquantenne, eclettico protagonista della scena musicale americana da almeno vent’anni. Un romanzo che è piaciuto al regista Stephen Soderbergh, quello Sesso, bugie e videotape, Erin Bronckovich, Ocean’s eleven, Ocean’s Twelve e Contagion: “Fallire di James Greer è un successo così totale , per concezione e realizzazione, che dubito fortemente che lo abbia scritto davvero lui.”
Una dichiarazione in tono con lo spirito beffardo e pungente del libro, pubblicato in Italia per merito della piccola, coraggiosa, enigmatica editrice Quarup, che, in almeno un paio di occasioni l’anno, non manca mai di sorprendere i suoi lettori proponendo testi di graffiante qualità. Pensiamo che al romanzo di Greer e ai suoi intraprendenti e scanzonati traduttori/redattori italiani si attagli bene una frase di Samuel Beckett: “Tentare di nuovo. Fallire di nuovo. Fallire meglio.”

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