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Una idea di letteratura
“I delitti dell’angelo” di Filippo Gemignani

di Luciano Luciani, Libere Recensioni, 12 settembre 2009



Cosa lega un maestro zen giapponese con la passione per il vetro fuso, il buffo gestore di un sexy shop aspirante cronista di ‘nera’ e un homeless, padrone di un’enigmatica scacchiera capace di profetare il futuro?

Solo il fatto che tutti vivono in una sonnacchiosa cittadina della provincia toscana, che, d’improvviso, si anima tragicamente, trasformandosi nello scenario di una sconvolgente catena di delitti, uno più inspiegabile ed efferato del precedente.
Come da copione, la polizia brancola nel buio, l’opinione pubblica è impaurita, i media locali e nazionali pretendono un colpevole a tutti i costi… E il modesto, ma tenace commissario Tamburi non sa più dove sbattere la testa per assicurare alla giustizia un killer seriale che sembra agire con un’assoluta, inquietante, granguignolesca licenza di uccidere… Fino all’ultima notte, quando i personaggi di questa storia estrema si ritroveranno, fatalmente, in una chiesa diroccata di fronte al Responsabile di ciò che ha sconvolto le loro vite.

Un romanzo nerissimo questo I delitti dell’angelo, specchio solo appena appena deformante del male e dell’orrore ormai così diffusi nel nostro presente. Con una scrittura sempre in bilico tra ironia e terrore, tra suggestioni misteriose e descrizioni realistiche di un quotidiano grigio e mediocre, Filippo Gemignani conferma tutte le positive impressioni suscitate a suo tempo dal primo romanzo. Di rara terribilità il suo Giustiziere della Notte che con i suoi orrendi crimini svela doppiezze, porta alla luce i vizi privati ben nascosti dietro le pubbliche virtù, fa emergere l’ipocrisia di chi non ti aspetteresti mai; umanissimi, simpatici e ciancicati quel tanto che non guasta i suoi investigatori; location assai più plausibile di tante e tante megametropoli statunitensi l’immaginaria città toscana di Focenza, summa di tutte le convenzioni, i conformismi, i vezzi della vita provinciale contro cui l’Autore sa ben appuntare non pochi acuminati strali polemici.

Morale finale? Forse questa: “Non è necessario credere in una fonte soprannaturale del male: gli uomini da soli sono perfettamente capaci di qualsiasi malvagità.” (Joseph Conrad)

Filippo Gemignani, I delitti dell’angelo, collana Il buio fuori, edizioni Quarup, Pescara 2009, pp. 302, Euro 16,00

Filippo Gemignani, lucchese, medico chirurgo con la passione per la scrittura, cultore appassionato di filosofia esoterica e di fenomenologia paranormale, oltre che lettore accanito di noir, continua con I delitti dell’angelo la saga dei misteriosi delitti a Focenza, inaugurata dal suo precedente e fortunato Delitti rituali” (“Premio Città di Fucecchio” 2005 per il miglior inedito). Persuaso che anche nella troppo spesso idealizzata ‘provincia’ la realtà quotidiana sia, appena sotto la superficie, percorsa da paure e cattiverie molto più numerose e insondabili di quanto siamo disposti razionalmente ad ammettere.

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