di Federica Verdina
Belli dentro. E fuori. Un buon contenuto e una veste attraente. Di cosa stiamo parlando? Libri. E una nuova Casa editrice: Quarup. Alessandro, Milena, Francesca e Marco lo scorso ottobre decidono di unire le forze e dare vita, a Pescara, a questo nuovo progetto. Parlo con Alessandro Agus, direttore editoriale, che mi racconta un po’ di loro: «Vogliamo dare importanza anche all’aspetto grafico del libro, aspetto che spesso viene trascurato dal mercato editoriale attuale». Insomma, libri visti come prodotti artigianali, belli, che colpiscano anche dalla copertina. Libri come veri e propri oggetti glamour. «Probabilmente è una soluzione poco redditizia, ma noi ci crediamo moltissimo», continua Alessandro, toscano, classe 1968. Accanto a lui, altri tre compagni di viaggio: Milena De Luca in redazione, Francesca Sperandio e il genovese Marco Traverso nell’ufficio stampa.
Quarup. Una piccola comunità aperta a tutti, in cui chiunque può lasciare una traccia, un segno di sé. “Un progetto di alchimia”, come lo definiscono loro quattro, che recuperi e compatti quel che è disperso nei meandri di una realtà troppo commerciale e disattenta.
Quarup. Come il rito di ricomposizione amazzonico degli abitanti dello Xingu, per cui il principio di divinità è frammentato e disperso in ognuno di noi.
Quarup. Il titolo di un romanzo di Antônio Callado, racconto epico della liberazione del suo paese dal potere oligarchico e della ricostruzione della spiritualità e della democrazia perduta.
L’autunno scorso hanno inaugurato questo nuovo cammino con due libri di narrativa contemporanea americana, della collana Badlands: “Addio, bellavita” di Sam Brumbaugh e “Liberami dal nulla” di Tennessee Jones. Tra poco sarà possibile acquistare i volumi anche on line, sul loro sito web.
«Ora fremiamo tutti per l’uscita, a breve, di due libri della nuova collana Le impurità del bianco», mi racconta entusiasta Alessandro. Si tratta di una raccolta di racconti, “Per tutte le altre destinazioni”, di Fabrizia Pinna (esordiente genovese, scrittrice per caso), e di un romanzo, contaminato da motivi teatrali, “Racconti a vita bassa”, di Nicola Sacco. «Ci piace lavorare con i giovani scrittori, esordienti. Scoprire nuovi talenti è molto gratificante».
Quarup ha anche un blog, Lost in Palinuro. «È una sorta di “università popolare”, una comunità a libero accesso, dove ognuno può contribuire, scrivere. E dove noi ci sfoghiamo, come si fa in un normale blog, pur mantenendo il legame con la nostra attività editoriale. Ma siamo ancora in pochi, una cerchia di amici si può dire», conclude Alessandro.
Quasi quasi mi è venuta voglia di unirmi a loro. Scorro le pagine del blog:
– “Abbiamo deciso di rimanere qui, in una grotta da qualche parte a Palinuro…”
– “e cosa farete?”
– “comunicheremo”
– “comunicherete?”
– “sì, con tutta la gente che vorrà stare ad ascoltarci”
– “ah…”
– “sì, ne avevamo una gran voglia”.